La fregola della “mia” borsa gialla
Sono passate 6 settimane. E, finalmente, la mia clutch Quattropiume è giunta a destinazione, nelle mie manine.
Ancora più bella di come l’avevo immaginata, mentre trafficavo sul sito con il configuratore per personalizzarla a mia immagine e somiglianza.
La prima borsa creata da me.
Fa un certo effetto.
Ho scoperto che non solo i cani (o i gatti) assomigliano ai propri padroni, anche le borse.
Prendete, per esempio, quelle delle mie compagne d’avventure.
L’esuberante Lucia ha costruito una borsa con gli 84 colori dell’arcobaleno. La principessa Anja ha aggiunto al bianco un tocco di lucertola, Anna dai capelli rossi ha lanciato i dadi, ed è uscito nero.
Io, come sempre, mi sono lasciata trasportare dalle fregole e ora mi ritrovo con un piccolo gioiello, in morbido pitone nabuk, con la catenina d’oro, gialla dalla testa ai piedi.
Perché?
Perché il giallo è un colore primario che si abbina a un abito viola, dà luce a una t-shirt e un paio di jeans, impagina un golfino blu elettrico.
Mi sembrano già ottime ragioni.
La quarta, non ovvia, ma per me abbastanza scontata, è che potevo scegliere tra un’infinità di combinazioni e in quei casi io mi comporto come in pizzeria: leggo e rileggo il menu, studio per un’ora ogni pizza possibile e immaginabile e poi ordino una margherita.
Detto questo, devo dire che aver visitato il laboratorio, dove queste borse vengono tagliate, cucite o incollate a mano da artigiani di una volta mi ha davvero reso parte del processo creativo.
Mi sono sentita una bambina al luna park, tra sete, rasi, scampoli di pelle preziosa, bottoni, spille e applicazioni. Ho curiosato in ogni scatola e vetrina, toccato borsette indossate da Grace Kelky e Lady D, sfinito il proprietario con le mie domande sui gossip dell’alta società.
Già, perché Il laboratorio di Leu Locati fa storia dal 1970. E ora, insieme a Quattropiume, racconta le nostre.
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